Premessa (serie Sd)

La serie Sd si compone di 24 documenti, tutti rinvenuti nell’Arsenal (Bernabé 2016b, 527), uno dei depositi di archivio dislocati all’esterno del centro palatino propriamente detto (Del Freo 2016, 187). Questo gruppo di tavolette è stato interamente assegnato alla mano scribale H 128, sebbene, per alcune di esse, l’attribuzione resti ancora oggi incerta a causa della loro frammentarietà (KN Sd 4422, 8519, 8544, 9937 e 9939) (KT VI).

Tutte le tavolette della serie sono a forma di foglia di palma, prive di linee guida; le informazioni sono organizzate su due registri di scrittura. Solamente KN Sd 4406 (infra) e Sd 4450 presentano tre righi; KN Sd 4406 è inoltre il solo caso in cui vi sia anche la linea guida a dividere il r.1 dai righi 2a-b.

Con poche eccezioni, questo gruppo di testi presenta dunque un format piuttosto regolare. Il secondo rigo (.b), in basso a sinistra, reca solitamente il sostantivo i-qi-ja, nominativo di rubrica atto a indicare il carro (cf. i-qo ‘cavallo /(h)i(k)kwos/: gr. ἵππoς, ma IE *ek̂u̯o-); questo termine è solitamente trascritto in dimensioni maggiori rispetto al resto del documento ed è associato al participio perfetto a-ra-ro-mo-te-me-na, atto a precisare che il carro è assemblato (DMic s.vv.; Bernabé et alii 1993, 132-135; Bernabé 2016b). A destra, compare invece il logogramma CUR, ancora una volta di dimensioni maggiori rispetto al resto delle informazioni registrate e che circoscrive l’argomento dei testi ai carri già assemblati ma privi di ruote (classe S-). Oltre a questo “nucleo di base”, i testi riportano altre informazioni: il rigo inferiore contiene indicazioni relative alle caratteristiche strutturali del carro, quali la presenza di intarsi in avorio (a-ja-me-no/na e-re-pa-te) o, probabilmente, della colorazione in porpora o vermiglio (rispettivamente, po-ni-ki-jo e mi-to-we-sa); quello superiore tratta invece dell’equipaggiamento “aggiuntivo” in dotazione, come i paramenti di vario genere (per es. paraocchi e morso, rispettivamente o-pi-ja-pi e o-po-qo, oppure le briglie, a-ni-ja-pi), spesso in cuoio (wi-ri-ni-jo), recanti decorazioni in osso o bronzo (rispettivamente, ke-ra-ja-pi e ka-ke-ja-pi) (DMic s.vv.; Bernabé et alii 1993, 141; Bernabé – Luján 2008; Luján – Bernabè 2012). In alcuni casi, vengono anche segnate parti mancanti (ma evidentemente attese), attraverso la formula “o-u-qe + sostantivo” (lett. e non ci sono…) (Barnabé 2016b, 527). In definitiva, dunque, quanto riportato al rigo inferiore parrebbe costituire il complesso di dati più importanti, che sono peraltro spesso trascritti di dimensioni leggermente maggiori rispetto al resto, proprio come il sostantivo i-qi-ja summenzionato: non a caso, è stato ipotizzato che i documenti di questa serie debbano esser letti proprio dal basso verso l’alto (fig.10).

Fig.10. KN Sd 4401 (immagine da CoMIK s.v.).

Anche il lessico impiegato, estremamente ricco (la descrizione dei carri di questa serie è infatti considerata quella più dettagliata sul piano terminologico), tende a ripetersi in modo piuttosto ricorrente nei vari documenti; inoltre, pur con alcune variazioni, i diversi lessemi sono registrati seguendo un ordine pressoché standard, forse testimonianza del fatto che lo scriba H 128, nel redigere i documenti, seguisse un ordine “visivo”, probabilmente osservando i carri che stava registrando (Driessen 1995).

Decisamente ridotte, invece, sono le menzioni toponimiche: sono solamente tre i documenti che attestano con certezza delle località, ossia KN Sd 4404, Sd 4407 e Sd 4413, dove compaiono, rispettivamente, ku-do-ni-ja, se-to-i-ja e pa-i-to. Questa evidenza potrebbe da un lato indurre a ritenere che le tavolette prive dell’indicazione del toponimo registrassero carri presenti a Cnosso, mentre quelle caratterizzate dalla sua presenza fossero finalizzate a rendicontare carri legati alla località indicata. Tuttavia, è anche possibile che queste tre tavolette rappresentassero i documenti iniziali di altrettanti gruppi di testi (dossier), tutti rivolti a registrare carri in qualche modo connessi a uno dei toponimi menzionati. In altre parole, secondo questa ipotesi, la serie Sd non sarebbe costituita da un consistente gruppo di tavolette dedicate a Cnosso e da soli tre documenti dedicati ad altri tre toponimi, ma, al contrario, potrebbe essere stata organizzata in quattro dossier ben distinti, riferiti a quattro località del regno. Purtroppo, non siamo in grado di stabilire quali e quante tavolette afferissero a un toponimo piuttosto che a un altro; dunque, prendere una posizione in merito risulta difficile.

Altrettanto complesso è risultato offrire un’interpretazione univoca per l’indicazione topografica. Difatti, non vi sono indicatori sul piano morfologico che consentano di comprendere se i carri si trovassero tutti a Cnosso, ma fossero stati prodotti nelle diverse località riportate, o, al contrario, se fossero fisicamente dislocati nelle località stesse. Così, Lejeune, Bernabé e Duhoux ipotizzano si trattasse di carri provenienti dalle località indicate e destinati a essere immagazzinati a Cnosso (Lejeune 1968, Aspects, 99; Barnabè et alii 1993). Di contro, Driessen suggerisce che i carri fossero piuttosto inviati a pa-i-to, se-to-i-ja e ku-do-ni-ja (Driessen 1995, 486, 492, ma si veda anche Killen 2008, 178 n.46), forse in quanto mezzi di rappresentanza, come peraltro suggerito dalla presenza delle decorazioni, degli intarsi e dei ricchi paramenti di cui si è fatta menzione (Killen 2001, 168-169).

KN Sd 4406

KN Sd 4406 è il frammento destro di una tavoletta a forma di foglia di palma, la sola tra quelle della serie caratterizzate da informazioni organizzate su tre righi di scrittura, con ruling. Tuttavia, a questo riguardo, va specificato che i dati riportati al rigo 2a sono di dimensioni inferiori rispetto al resto del testo e che lo spazio occupato da questo rigo non è definito da linee guida, come avviene invece per i righi 1 e 2b. Dunque, è possibile che questa registrazione sia stata aggiunta tra il rigo 2b e il rigo 1 perché lo spazio disponibile era terminato. Non a caso, quanto riportato sul rigo 2a va a tutti gli effetti a completare le informazioni trascritte al rigo 1, come peraltro il confronto con altri testi della serie permette di confermare (si veda, ad esempio, KN Sd 4413.a dove si legge “a-ra-ru-]ja  ,  a-ni-ja-pi  ,  wi-ri-ni-jo  ,  o-po-qo  ,  ke-ra-ja-pi  ,  o-pi-i-ja-pi”).

Quanto affermato è ulteriormente confermato dal fatto che KN Sd 4406 si conforma agli altri documenti del gruppo per quanto concerne tanto le informazioni che veicola, quanto la loro organizzazione sul supporto: in basso, la presenza del participio perfetto a-ra-ro-mo-te-me-na /ararmotmenā/ (gr. *ἀραρμοτμένα < ἁρμόττω, montato o assemblato) suggerisce che il rigo inferiore contenesse informazioni relative alle caratteristiche strutturali del carro, mentre l’attestazione di wi-ri-ni-jo o-po-qo ke-ra-ja-pi o-pi-ja-pi lascia intendere che la parte superiore del documento fosse dedicata alla descrizione degli elementi accessori. In particolare, per quanto concerne questa sezione del documento, è altresì possibile ricostruire anche le voci a-ra-ru-ja e a-ni-ja-pi, giacché nei testi della serie lo strumentale o-po-qo (paraocchi) è solitamente retto proprio dal participio a-ra-ru-ja, (provvisto di…) e presuppone la presenza di redini (a-pi-ja-pi, per l’appunto) (per i termini menzionati in questo paragrafo, si veda DMic s.vv. e supra serie Sd).

Leggermente differente è la questione relativa al rigo 2b perché, fatta eccezione per il termine i-qi-ja, sempre presente nei testi della serie e perdipiù nella medesima posizione al margine sinistro del documento, trascritto di dimensioni maggiori, le altre informazioni non sono attestate in modo altrettanto coerente in questo gruppo di testi. Per quanto il riproporsi degli stessi lemmi sia di certo da ravvisarsi anche per quanto concerne la “sezione strutturale” del carro, questi non compaiono tutti assieme, anzi, spesso la presenza di uno o due di essi presuppone l’assenza di altri (supra Serie Sd e Bernabé 2016b). In questo discorso, una menzione merita il sillabogramma –to in frattura: analizzando gli altri toponimi attestati nella serie, infatti, la sola voce che potrebbe completare questo segno è il toponimo pa-i-to, attestato un’altra volta in KN Sd 4413: ammettendo ciò, anche KN Sd 4406 potrebbe annoverarsi tra i documenti redatti da H 128 e finalizzati a rendicontare dei carri da relazionarsi alla località di pa-i-to/Festòs (cfr. supra – introduzione alla serie Sd e Bernabé 2016, n.96).

.1        ]wi-ri-ni-jo  ,  o-po-qo  ,                    [

.2a      ]   ke-ra-ja-pi  ,  o-pi-i-ja-pi     CUR[

.2b      ]-to  ,  a-ra-ro-mo-te-me-na  ,         [

.1-2a (carro provvisto di) paraocchi in cuoio, di morso in osso

.2b (da/verso) Festòs?, assemblato…

wi-ri-ni-jo (varr. wi-ri-ne-jo/wi-ri-ne-o): aggettivo di materia che solitamente si accompagna a o-po-qo (infra) e unanimemente inteso come /wrinios/ di cuoio (cf. Hom. ῥίνεον, DMic s.v.).

o-po-qo: nei documenti della serie Sd questo termine compare alternativamente assieme agli aggettivi wi-ri-ni-jo/wi-ri-ne-jo (supra) o e-re-pa-te-jo/e-re-pa-te-o (gr. ἐλεφάντειος, d’avorio, per cui si veda DMic s.v.). Si tratta dello strumentale di un sostantivo neutro plurale, interpretato come resa micenea del greco /opōkwois/ (< ὀπί, da ἐπί, + ωκϝ- > ὠπ-, per cui si veda anche Hom. ὦπα), con il significato di paraocchi (DMic s.v.). Il termine in questione è solitamente retto dal participio perfetto a-ra-ru-ja ( – sott. carro – provvisto di/equipaggiato con) normalmente attestato nei documenti della serie e, per questo, atteso all’inizio del rigo 1 della tavoletta, ma purtroppo non preservato (DMic s.v.).

ke-ra-ja-pi: aggettivo di materia concordato a o-pi-ja-pi (infra) e unanimemente inteso come resa micenea del greco *κεραίαφι, strumentale di *κεραίος, da tradursi come di corno (DMic s.v.).

o-pi-i-ja-pi: strumentale di un sostantivo femminile di dubbia interpretazione. Difatti, posto che la prima parte del lemma (o-pi-) è evidentemente la resa micenea di ὀπί, da ἐπί, più difficile resta la lettura di i-ja-pi. Al riguardo, è stato ipotizzato che si trattasse della resa micenea per un antico *ἵα, cinghia/cintura; dunque, o-pi-ja(-pi) sarebbe da ricondursi a *ὀπιhία, letteralmente ciò che sta sopra/è legato alle cinghie e, dunque, il morso del cavallo (DMic s.v.).

-to: in analogia a KN Sd 4413, è forse possibile che il sillabogramma to abbia rappresentato la parte terminale del toponimo pa-i-to (forse al caso locativo o al nominativo di rubrica), per il quale risulta comunemente ammessa la corrispondenza con il toponimo Φαιστός (Festòs), la cui localizzazione geografica nella pianura della Messarà, a Sud del fiume Ieropotamos, è unanimemente accettata.

a-ra-ro-mo-te-me-na: è questo il lemma più importante di tutta la tavoletta e solitamente sempre presente nei testi della serie Sd. In particolare, a-ra-ro-mo-te-me-na parrebbe volto a esplicitare le informazioni già veicolate dal logogramma CUR. Questo termine è infatti unanimemente interpretato come resa micenea del greco *ἀραρμοτμένα participio perfetto di ἁρμόττω, con il significato di montato o assemblato (DMic s.v.) e contrapposto a a-na-mo-to, non assemblato, attestato nella serie Sf relativa ai soli cassoni (DMic s.v.).

⇒ Further information on LiBER

KN Sd 4406 è la parte sinistra di una tavoletta a forma di foglia di palma; il frammento misura 80,4 mm in lunghezza, 32,1 mm in altezza e ha uno spessore di 13,5 mm (misurazione effettuata dal team del pa-i-to/phaistos Project a giugno 2019 presso il Museo di Heraklion).

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