CLASS G
La classe G si compone delle serie Ga, Ge, Gf, Gg, Gm, Gn, Go, Gp, Gq, Gv. Le serie Ge e Go sono attestate nella località di Micene Ga, Gg, Gm e Gv a Cnosso, la serie Gn a Pilo, Gq a Chania e, infine, le serie Gf e Gp provengono da Tebe.
La classe G registra derrate di varia natura, tra cui piante aromatiche e spezie (la cui identificazione non è sempre condivisa tra gli studiosi), come il sesamo (sa-sa-ma, /sāsama/ forma abbreviata: SA), il cumino (ku-mi-no, /kumīnon/, KU), il coriandolo (ko-ri-a2-da-na/ko-ri-ja-da-na/ko-ri-ja-do-no (/korijadnon/, KO), il finocchio (ma-ra-tu-wo, /marathwon/, MA), il cipero (ku-pa-ro, /kupairos/ rappresentato dal logogramma *125 CYP), e il miele (me-ri /meli/ *135, ME + RI).
Accanto al coriandolo, al finocchio, al cipero e al miele, sostanze attestate nelle tavolette cnossie, una menzione particolare meritano le voci po-ni-ki-jo e ki-ta-no, che compaiono esclusivamente a Cnosso e che, per la loro natura dubbia, hanno dato adito a diverse interpretazioni.
Il termine po-ni-ki-jo è attestato unicamente nelle tavolette degli scribi H 136 e H 137, che ne registrano, con poche eccezioni, quantità limitate. Chadwick – Ventris 1973 suppongono che esso rappresenti il nome di una spezia non identificata. Per quanto concerne la sua interpretazione (Myc. po-ni-ki-jo /phoinīkion/ (?): φοινίκεος) (cf. DELG s.v. φοῖνιξ, Φοῖνιξ) i due autori sostanzialmente non si pronunciano, anche perché, come fa notare John Chadwick (Chadwick 1976) il termine po-ni-ki-jo parrebbe riconducibile sia al nome della popolazione fenicia, non ancora attestata in epoca micenea, sia alla colorazione “rosso scuro”, sia alla palma da dattero.
Recentemente il prodotto è stato relazionato all’alcanna, pianta dalla quale si estrae una particolare tipologia di colorante di colore rosso. A riguardo, Foster ipotizza che tale sostanza colorante fosse impiegata nell’industria dei profumi, mentre Murray e Warren (Murray – Warren 1976) sembrano concordare con l’ipotesi che il lemma sia interpretabile come un aggettivo dal significato di “rosso scuro”, e dunque relazionabile ad una tintura impiegata per la colorazione di tessuti o altro; Josè Melena (Melena 1973), accantonando le interpretazioni di po-ni-ki-jo come “spezia fenicia” o “colorante rosso”, lo riconduce al termine /phoinikion/ (frutto della palma, dattero), ipotizzando il significato di ‘dattero’. Lo stesso Chadwick, tuttavia, pur menzionando tale interpretazione, sottolinea come, sebbene la palma da dattero fosse coltivata a Creta, il clima dell’isola non avrebbe permesso la maturazione dei frutti e, conseguentemente, neppure il suo impiego in ambito alimentare. Per le ragioni appena elencate, la lettura univoca del termine non appare possibile.
La voce ki-ta-no, infine, compare in alcune tavolette della serie Ga attribuite allo scriba H 221. Esse fanno parte del set Ga(5), probabilmente in origine composto da una decina di documenti rinvenuti all’interno del Queen’s Megaron nell’ala est del palazzo di Cnosso. ki-ta-no, il cui etimo non è riconducibile ad una radice indoeuropea, è stato interpretato come voce di origine anellenica o come un prestito da altre lingue.
L’ipotesi più accreditata è che il ki-ta-no fosse una sostanza di natura vegetale impiegata nella produzione di oli profumati, come sembrerebbe provare, d’alta parte, il fatto che si accompagni al logogramma AROM, al pari del coriandolo o del cipero aromatico. Sebbene il termine sia stato ricondotto a un certo numero di prodotti diversi come, ad esempio, la cannella (: κιττώ (??)) o l’origano (: * γίτανον (??)), esso rimase fondamentalmente oscuro fino a quando Melena non attirò l’attenzione sulla glossa di Esichio κρίτανος: τέρμινθος. L’attestazione micenea potrebbe quindi rappresentare una variante, forse kirtanos, riferita al “terebinto”, pianta arbustiva di natura spontanea appartenente alla famiglia del pistacchio.
La maggior parte dei documenti relativi alla classe G di Knossos è stata rinvenuta all’interno del dipartimento del West Wing, corrispondente all’ala ovest del palazzo, area probabilmente specializzata tanto nella raccolta e distribuzione delle materie prime per l’industria degli oli profumati, tanto nella gestione delle offerte religiose. Come accennato in precedenza, a Cnosso sono attestati quattro raggruppamenti facenti parte della classe G: la serie Ga, inerente a diverse tipologie di spezie (ideogramma AROM), la serie Gg, relativa alle assegnazioni di miele (me-ri, ME + RI), accompagnato da una particolare tipologia di anfora (logogramma *209VAS), la serie Gm, connessa a determinate quantità di vino (logogramma VIN) e Gv, relativa ad alberi da frutto (logogramma ARB). Il totale dei documenti attestati è di sessantatré tavolette per la serie Ga, trentuno per la serie Gg, tre tavolette per la serie Gm e altrettante per la serie Gv.
La classe G è dunque di notevole interesse per diverse ragioni: in primo luogo ci fornisce una conoscenza più approfondita tanto del sistema amministrativo miceneo, quanto dei modi istituzionali di acquisizione e distribuzione delle derrate agricole; in secondo luogo, ha permesso di gettar luce sul processo produttivo degli oli profumati, che rappresentava una delle industrie più redditizie dei palazzi micenei.
Il procedimento in questione aveva inizio probabilmente con la raccolta delle materie prime; in seconda istanza le sostanze venivano consegnate ai profumieri per poi essere inventariate e ridistribuite sotto forma di prodotti finiti. Famoso è il documento proveniente da Pilo, Un 267, dove si registra una partita di cipero, frutta, vino, miele e spezie varie consegnata da un alto personaggio di Corte, a-ko-so-ta (/Alksoitās/ / Arksotās) a tu-we-ta (Thuwestās: Thyestēs), il bollitore di unguenti, per bollire un unguento.
Di particolare interesse è osservare che spesso queste derrate costituiscono le più comuni offerte che i micenei facevano alle divinità, circostanza che getta luce sulle pratiche di culto ad esse associate.
Trattandosi di documentazione contabile, infine, tali documenti testimoniano tanto i pagamenti effettuati, evidenziati tramite il lemma a-pu-do-si /apudosis/, ‘pagamento’, ‘consegna’), quanto i ‘deficit’, registrati per mezzo del sillabogramma o, abbreviazione di o-pe-ro /ophelos/.
Ga 416 Ga 421 Ga 1536 Ga 7367 Gg 701 Gg 708 Gg 708 verso
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